El Cerrejón, situata nel nord della Colombia, è la più grande miniera di carbone a cielo aperto dell’America Latina, estendendosi su 69.000 ettari, pari a circa 100.000 campi da calcio. La miniera estrae quasi 20 milioni di tonnellate di carbone annue per soddisfare la crescente domanda energetica globale.
L’industria estrattiva, specialmente la mineraria, ha generato conseguenze negative sull’ambiente e sulle comunità locali, scatenando un conflitto tra interessi economici e sostenibilità ambientale. Gli impatti della massiccia estrazione di carbone a El Cerrejón sono molteplici, inclusi lo spostamento forzato delle comunità indigene e l’inquinamento delle acque e del sottosuolo. Questi eventi hanno causato danni significativi all’economia agricola, aumentando il tasso di povertà estrema e portando a una malnutrizione che colpisce uno su dieci bambini sotto i cinque anni, secondo dati statistici.
Il dipartimento di La Guajira, sede della miniera, affronta particolari sfide legate all’accesso all’acqua per l’intera popolazione. In un contesto in cui la distribuzione dell’acqua in Colombia è diseguale e considerando che La Guajira è una delle regioni più calde e secche del paese, il cambiamento climatico ha notevolmente inciso sul territorio, causando un aumento della temperatura e una diminuzione delle precipitazioni negli ultimi trent’anni. Con solo il 37% della popolazione che ha accesso all’acqua potabile e con almeno sette milioni di persone che vivono in condizioni di scarsità idrica, la deviazione del fiume Ranchería, a causa dell’attività mineraria, ha aggravato la situazione, costringendo la popolazione a dipendere da prodotti di base a basso costo con gravi effetti negativi sulla nutrizione. Un’indagine dell’Istituto per gli Studi sullo Sviluppo e la Pace ha denunciato che, gli alti livelli di metalli pesanti ritrovati nel suolo e nell’acqua, hanno causato l’aumento di malattie respiratorie e cancro tra la popolazione. Ambientalisti, attivisti e accademici hanno documentato, inoltre, conflitti nelle comunità locali, mettendo in luce le violazioni dei diritti umani, attirando l’attenzione a livello internazionale.
Le sfide sanitarie si aggiungono al quadro, con la necessità di percorrere lunghe distanze per raggiungere strutture mediche in aree remote e un accesso limitato ai servizi medici di base. Le comunità affrontano difficoltà legate a malattie trasmissibili, come l’HIV, e problemi di igiene. I costi di viaggio e le difficoltà logistiche ostacolano l’accesso dei Wayuu a cure mediche adeguate. Nonostante attivisti e denunce da parte di ONG ed organizzazioni internazionali, l’attuazione di azioni correttive è rallentata a causa della negligenza governativa e della diffusa corruzione infrastrutturale.
Il governo colombiano ha favorito gli interessi economici con diverse società multinazionali come la BHP (Broken Hill Proprietary Company), società mineraria australiana ed una delle principali partner nella joint venture di Correjòn, Il Glencore, società di estrazione e commercio di materie prime con sede in svizzera e Anglo American, un’importante società mineraria britannica-sudafricana. Queste società hanno contribuito a creare un business minerario redditizio, come evidenziano i bilanci annui di Glencore, con un fatturato, solo nel 2022, di $256 miliardi (€233 miliardi).
Nel 2011, durante l’assemblea annuale di bilancio, la BHP Billiton, indicava una vita di riserva della miniera di 23 anni, ma nei rapporti successivi la BHP Billiton dichiarò che i contratti di Cerrejón per l’estrazione del carbone colombiano sarebbero invece scaduti progressivamente tra il 2028 e il 2034, senza previsioni di ulteriore produzione oltre il 2033. Nel settembre 2020, il relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’ambiente, David Boyd, ha chiesto la sospensione della miniera “fino a quando non può essere dimostrato di essere sicuro.”
Nel gennaio 2021, è stato annunciato che BHP, Glencore e Anglo American avrebbero affrontato un’indagine sugli impatti ambientali e sui diritti umani della miniera. Tuttavia, i portavoce delle multinazionali coinvolte nel Cerrejon spesso deviano la responsabilità della crisi idrica e sanitaria a La Guajira. Sostengono, invece, continui sforzi da parte delle società coinvolte per il benessere delle comunità locali in difesa dei diritti umani. Allo stesso tempo, negano l’implicazione del settore finanziario europeo, come banche e compagnie di assicurazione tedesche. Fino all’invasione russa dell’Ucraina, la Germania rimaneva la principale importatrice di carbone colombiano, con quasi 3 milioni di tonnellate importate attraverso accordi con aziende energetiche tedesche come EnBW, Uniper, RWE e STEAG.
Attivisti per l’ambiente e i diritti umani in Australia, Svizzera, Irlanda e Regno Unito hanno presentato denunce simultanee all’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) chiedendo la chiusura della miniera di Cerrejón. Nel gennaio 2022, i National Central Point (NCP) svizzeri, australiani e britannici hanno emesso valutazioni iniziali che confermano che le denunce trattano un problema credibile e dovrebbero procedere. Tuttavia, Glencore respinge queste accuse, evidenziando i pagamenti fatti alla regione per iniziative sociali e ambientali, oltre alla distribuzione di acqua potabile.
La storia di El Cerrejón riflette un disequilibrio evidente tra un contesto internazionale che promuove la sostenibilità ed etica, e la continua ricerca di profitto. Il coinvolgimento di aziende europee e le indagini dell’OCSE mettono in luce la necessità di una riflessione critica sulla responsabilità delle aziende e sulle loro pratiche operative. Queste, spesso, non tutelano né rispettano l’ambiente circostante, trascurando le esigenze locali e, in particolare, ignorando i diritti dei popoli indigeni considerati patrimonio dell’umanità. La situazione evidenzia la sfida di conciliare gli interessi economici con la tutela ambientale e la salvaguardia dei diritti delle comunità locali.
FONTI
“Oasis de vida” La Solución Al Problema Del Agua En La Guajira (portalempresarial.org)
Home Principal -En | Cerrejón (cerrejon.com)
Foto di Giada Malagoli