La falsa partenza, di una corsa mai iniziata, verso il Colle più importante d’Italia, il Quirinale

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Titolo degno di un film della regista Lina Wertmüller.

Quando si assiste ad una gara di corsa, si riconosce nella figura dello starter, la persona non solo designata a dare la partenza agli atleti, ma anche quella designata al controllo del suo corretto svolgimento.
Questi invita a mettersi in posizione, pronunciando le parole: «on your marks»; dà il segnale di imminente partenza: «get set», e in seguito spara un colpo in aria, che dà il via alla gara.
La pistola è collegata direttamente al cronometro e a dei rilevatori che individuano se uno o più atleti commettono una falsa partenza.

Questa metafora che prende le mosse dalla più antica delle discipline olimpiche, ben si presta all’interpretazione del panorama politico italiano, ora delineatosi dall’immobilismo per l’elezione del Presidente della Repubblica.
La definizione del termine corsa, come l’andatura umana composta da una prosecuzione di balzi, in cui, in una prima fase, un piede rimane a contatto con il terreno, e nella fase successiva lo stesso, si stacca da terra insieme al resto del corpo fino a quando atterra con l’altro piede, è difficile da attribuire al fermo moto della classe politica.

Il nostro starter qui non è un individuo, ma si fa personificazione di tutti quei valori e principi costituzionali, quali la persona, il lavoro, la dignità, la libertà, l’uguaglianza, la democrazia, l’etica, la legalità, i diritti-doveri della solidarietà e partecipazione, sovrani capisaldi della nostra Repubblica democratica.

Il vero “garante” di una democrazia è il cronometro, quale strumento essenziale nella rilevazione delle “false partenze”. False partenze che tradiscono la fiducia che le nuove generazioni ripongono nei confronti dei propri rappresentanti, gli atleti, che mancando di lungimirante visione politica, se non unicamente per propri ed esclusivi intimi fini, non forniscono la ineludile pretesa della corretta esplicazione di quei principi e valori che i padri costituenti dettarono per indicare un orizzonte comune di progresso e sviluppo.

Il Presidente della Repubblica rappresenta lo starter con il suo cronometro.
È rappresentante di garanzia istituzionale e colui al quale si richiede di controllare che i giochi della democrazia si svolgano secondo Costituzione.
Quale gioco, però, c’è da chiedersi, funziona senza partecipanti?
Come si può parlare di bene della cosa pubblica, di politica, se i rappresentanti del popolo non si fanno garanti delle istanze di coloro che rappresentano?
La falsa partenza è l’emblema dell’impoverimento di quegli stessi poteri di cui i rappresentanti sono investiti dal popolo tramite le elezioni.
Si può pensare di attribuire una vittoria di tutti ad una partita, quella del Colle, quando a decretarla è un arbitro che ha visto giocatori assenti complimentarsi del proprio bel gioco?

La colonna sonora del film “Momenti di gloria” del regista Hugh Hudson, tratta dall’album “Chariots of Fire” del musicista greco Vangelis, avrebbe potuto essere il giusto sottofondo musicale, se solo la corsa avesse, realmente, preso avvio.

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