The Room. Anno 2003.
La Stanza, “il film peggiore di tutti i tempi”, lo Z-Movie, il capostipite del trash e cult del gusto del pessimo di matrice tipicamente americana, tutto questo è The Room.
Il film di Tommy Wiseau è, secondo molti, il peggior film mai realizzato nella storia del cinema. Eppure, per il suo essere pessimo, è diventato un successo grazie alle proiezioni notturne fatte negli Stati Uniti. The Room è sconclusionato, ha buchi nella trama, una fotografia che non esiste ed una regia pedestre. Ma ha, ancora oggi, folle di appassionati che comprano gadget, ne conoscono a memoria le battute e si travestono da personaggi del film. Un classico al contrario.
Lo stesso Tommy Wiseau è un personaggio misterioso di cui non si sa neanche l’età o le origini. Inoltre non ha mai spiegato da dove abbia preso i 6 milioni di dollari necessari per produrre la sua opera. La sua storia, poi, è strettamente legata a quella del co-protagonista del film Greg Sestero, che conobbe Tommy durante un corso di recitazione e che ha scritto un libro sulla produzione del film.
Un fenomeno come il trash cinematografico, in Italia, non possiamo capirlo appieno poiché, a differenza che in America, non esiste un culto per i B-Movie. Infatti qui, pur avendo registi del calibro (si fa per dire) di Bruno Mattei, non abbiamo le proiezioni serali di perle del genere come negli USA. Eppure, a vedere questi film, conosciuti, spesso, grazie a canali su YouTube, si resta piacevolmente colpiti. Si badi, non sono film belli da vedere, tutt’altro, ma fanno sorridere per gli errori che vengono commessi e per la realizzazione pedestre.
The Room in questo è una pietra miliare, sembra quasi che il film sia stato sbagliato intenzionalmente. Non tutto potrà essere detto, ma ci proverò con una recensione.
“The Room”: il film che non doveva essere
Trama
The Room utilizza un canovaccio che non brilla per originalità. Il centro della storia è Johnny (Tommy Wiseau), egli lavora in banca, è ricco, felice e spensierato ed ama la ragazza con cui, a breve, si deve sposare. Tale sogno però nasconde dei problemi: Lisa, la sua ragazza, non lo ama da tempo, ma ha scoperto i piaceri dell’amore tra le braccia del migliore amico di Johnny, Mark (Greg Sestero). Insomma una trama dagli aspetti assolutamente rivoluzionari anche per i nostri tempi (siamo noi a non capirla).
Lisa però non sa decidere in quanto, da un lato, c’è Johnny che le può offrire una vita agiata, tranquilla e senza pensieri (come suggerito dalla madre e dalle amiche) e dall’altra c’è la sua passione per Mark. Il nostro protagonista si accorge, poi, che qualcosa sta cambiando e si arriverà alla fine del film.
In queste poche parole è stata riassunta la sceneggiatura di un film della durata di 99 minuti. Inutile cercare altro, questo film si racchiude in questo pur essendo presenti centinaia di buchi nella trama e tantissime sotto-trame iniziate e mai concluse come il ragazzino, Denny, che “sta lì” oppure alcuni personaggi che appaiono e scompaiono senza una ragione. Inoltre sono sempre presenti scene dove giocano a football (una volta persino in smoking).
Quindi in 99 minuti di film tutto ruota attorno a Lisa, Tommy e Mark e tutto il film si sviluppa in un salotto con scala a chiocciola o sopra un terrazzo con sfondo irrealistico in green screen (di questo ne parleremo più avanti).
L’arte dietro al capolavoro
Tommy Wiseau compare nei titoli tantissime volte in quanto lui è, allo stesso tempo, regista, sceneggiatore, produttore esecutivo e tante altre cose che vengono elencate nei titoli iniziali. Forse, come detto da qualche recensore maligno, il fatto di avere tante responsabilità è stato deleterio per la buona riuscita del film.
La scelta di ricoprire tanti ruoli si rivela, a conti fatti, disastrosa, in quanto in ogni ruolo egli è alle prime armi, e si vede. Il budget di 6 milioni di dollari viene, poi speso allegramente in scelte assurde. Qualche esempio? La decisione di Tommy di comprare le macchine da ripresa invece che affittarle come fanno tutti oppure l’uso di due telecamere (una digitale e l’altra analogica) in contemporanea che richiese la presenza di due squadre di ripresa per ognuna.
Ma Tommy aveva la sua “vision” per fare un grande film. Tanto era sicuro che il suo fosse un’opera d’arte da pagare una sala cinematografica per proiettarlo per due settimane, in modo da poter concorrere agli Oscar. Inutile dire che non venne neanche invitato. Eppure questo non è un film fatto intenzionalmente brutto perché diventasse un cult all’inverso, ma, al primo giro nelle sale, il film totalizzò solo duemila dollari di incassi.
The Room, che, nella mente di Wiseau, nasceva con una storia romantica e drammatica, si trasformò, quindi, in un cult del genere trash. E’ stato detto del film:
The Room è il Quarto Potere dei film brutti.
Ross Morin, professore di cinema.
La sua oggettiva bruttezza, come detto, non era voluta, Wiseau credeva davvero di stare girando un capolavoro. E, pur se questo è stato considerato, quasi unanimemente, il film più brutto mai partorito da una mente umana, ha ancora un grandissimo successo postumo con folle di fan. So bad so good!
Lo stesso Wiseau è stato definito quale il “secondo Ed Wood“, quest’ultimo definito quale il “peggior regista di tutti i tempi” e su cui Tim Burton ha prodotto un film con Johnny Deep come protagonista (questo sarà per un’altra storia).
Analisi di un”film”
The Room, come detto prima, è un film brutto, mette i brividi per com’è stato fatto. Viene il dubbio che tutto sia stato fatto intenzionalmente per creare un senso di ilarità, ma, come ci dice Greg Sestero, è tutto fatto secondo le volontà del regista/sceneggiatore Wiseau.
Tutti gli attori propongono performance di un livello atroce, i due livelli della loro recitazione sono “passivo” e “neutro mortale”. Tra le perle ci sono anche le scene sessuali dove il pathos tocca dei minimi mai eguagliati (senza contare le tende trasparenti come in un film erotico da cassetta di contrabbando degli anni ’90). Ma gli stessi attori non sono aiutati dalla sceneggiatura che ha più buchi di un emmental.
Alcune scene e storie, oltre che poco originali, sono ripetitive e noiose; alcune delle sotto-trame vengono introdotte per non essere sviluppate, a volte vengono semplicemente citate per riempire i buchi in alcune scene. E’ il caso di Danny, questo ragazzo dovrebbe rappresentare una specie di ragazzo “adottato” in difficoltà che il “generoso” Johnny ha preso con sé. In realtà si intromette sempre nelle scene tra Lisa e Johnny, fa cose senza senso e, perla delle perle, viene minacciato da una specie di rapper sul tetto della casa di Johnny (ancora adesso nessuno ha spiegato come sia riuscito a salire su quel tetto). Un altro esempio è il cancro della madre di Lisa che viene citato brevemente e con una spaventosa nonchalance, tanto è Lisa ad avere i problemi, non è la madre la protagonista della storia.
Il film, poi, è un continuo ripetersi di situazioni e cliché presi a piene mani da grandi film americani, la citazione più grande è proprio verso la fine, quando Tommy dice a Lisa “You’re tearing me apart Lisa!”, citando una delle battute più famose del film “Gioventù bruciata”.
I personaggi, poi, hanno repentini cambi d’umore, casuali e senza senso, questi non potrebbero esistere nella vita reale. Il personaggio di Johnny, oltretutto, risulta essere tanto stucchevole da essere grottesco e, al contempo, se ne desidera la morte tragica. Davvero sembra che sia un ruolo cucito per Tommy Wiseau (da Tommy Wiseau) per interpretare una parte da eroe “tragico”.
Inoltre nel film ci sono tantissimi errori tecnici grossolani come l’uso del green screen sul tetto o il giocare a palla sullo stesso tetto. La prospettiva, poi, è completamente sbagliata, e poi quella terrazza da dove esce? Nel film la casa di Johnny è identificata come villetta quindi c’è, probabilmente, un buco dimensionale (a cui sarebbe stato interessato Stephen Hawking).
Ora, se pensiamo allo spreco economico, non si spiega il basso livello tecnico, viste le numerose inquadrature sbagliate ed i vari errori nell’illuminazione. Tutte le scelte tecniche e di regia sono, a parere di chi scrive, impossibili da spiegare senza conoscere la “visione” dell’artista. Ammesso ci sia mai stata una visione.
Perché guardarlo e perché evitarlo
The Room è un cult, ancora adesso fa soldi e vende gadget all’uscita delle sale che lo proiettano di notte. E’ un film che non potrebbe stare neanche nella serie Z dei film pessimi, ma fa ridere e piace proprio per questo. Sono tantissimi, negli Stati Uniti ed altrove, a conoscere a memoria tutte le battute dei personaggi. Ma la bruttezza di questo film non si può cogliere senza vederlo in lingua originale. Negli anni successivi ci sono state tante citazioni a The Room e, quasi sempre, ci sono nuovi video su YouTube che parlano di questa raccolta indifferenziata del peggio del cinema.
Molti si chiederanno perché si chiama The Room. A questo rispose lo stesso Wiseau in un’intervista dicendo:
Allora avevo un’idea su un posto speciale, un posto intimo, un posto dove poter essere al sicuro. Non è una stanza, ma è anche una stanza. Mi venne l’idea e penso che molte persone si sentano legate ad essa. Quindi la stanza è un posto dove puoi andare, dove puoi avere bei momenti, brutti momenti e dove sei al sicuro. (potete vederlo anche qui)
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(A voi lettori l’interpretazione di parole tanto ispirate)
Quindi, perché vederlo e perché no?
Vederlo ci aiuta a capire come un film non deve essere fatto. Inoltre ci fa vedere come si possano spendere soldi per produrre un’opera oggettivamente orrenda. Tutto quello che si poteva sbagliare in un film qui viene sbagliato mentre la miglior performance è quella del rapper rapinatore sul tetto (una comparsa). Per questi motivi il film andrebbe evitato, anche sotto minaccia di morte.
Va detto, poi, che guardare questo film fa, in tutti i casi, morire dalle risate. Si badi che dovrebbe essere un film drammatico, ma le performance degli attori principali portano a delle (involontarie) gag comiche. Nel film ci sono tantissimi esempi di questo aspetto comico involontario, un tale effetto non sarebbe stato possibile se fosse stato intenzionale. Inoltre aiuta a capire molto del fascino del trash che, ancora adesso, riempie le sale durante la proiezione di questo film. Per questo andrebbe, nonostante tutto, visto almeno una volta.
Vedere il film, del resto, provoca due effetti: se lo si guarda per recensirlo, con occhio serio, è doloroso da guardare. Ma se lo si guarda senza troppa serietà può regalare momenti comici irripetibili, non da ultimo le “sentite” interpretazioni di Tommy Wiseau. Vedere un film brutto, quindi, può essere, addirittura, istruttivo oltre che, al vederlo, si può essere colti da un certo fascino nel vedere tanto trash, non a caso il film è, oggi, un grande successo.
Il film ha, di recente, ricevuto nuova fama grazie a The Disaster Artist di James Franco dove si cerca di raccontare il “making of” del film basandosi sul libro di Sestero. Nonostante la difficile sfida, Franco ha vinto un Golden Globe come miglior attore. Non Tommy Wiseau. Per cui il consiglio, se volete evitare di vedere l’originale (tra l’altro mai doppiato in italiano) potete sempre vedere il film di Franco. Non è come vedere l’opera originale, ma riesce a portare sullo schermo la storia della produzione di The Room con il giusto tocco di ilarità. Pensando al successo che ancora adesso riscuote, si può tranquillamente dire che non passa mai di moda (negli Usa).
Quindi, se per una volta non sapete cosa guardare e volete farvi del male, potete dare uno sguardo a The Room oppure guardare The Disater Artist. Entrambi valgono, ognuno a suo modo, una visione.
Chiudo con una menzione di quest’opera: