Arrivederci e grazie di tutto il pesce (nel nostro caso sardine)

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La notizia di oggi è che il movimento delle Sardine, che ha trascinato il popolo di sinistra dell’Emilia Romagna, secondo la logica del “tutti ma non la Lega”, ha deciso di prendere un periodo di pausa.

Cos’è un periodo di pausa? Può mai essere che le ragioni che sono state alla base del raduno di migliaia di persone nelle piazze, i concerti improvvisati e le infiammate orazioni in piazza siano state tutte una perdita di tempo?

Si sente, da più parti, che il “movimento” sia diventato una corrente del Partito Democratico, pur se la base rigetta del tutto l’idea di organizzarsi in una forma partitica (che poi la stessa definizione di “partito” non sia chiara ai nostri politici poco importa) e, quindi, via alla pausa estiva, il campionato si giocherà a settembre.

Ora, la pausa di riflessione è fatta, a detta loro, per decidere le prossime linee. C’è da chiedersi allora, fino ad adesso, che cosa abbiano fatto. Se hanno offerto la spalla al traballante PD, si può dire che la missione sia perfettamente riuscita: il PD ha l’Emilia-Romagna, la “Bestia” è stata sconfitta, pur se con una differenza di voti non nettissima.

C’è da chiedersi perché abbiamo voluto nutrire speranze in questo movimento che non ha una chiara idea di cosa fare, c’è da chiedersi dove siano i contenuti oltre ad un dichiarato “anti-salvinismo”. Tutti noi, che abbiamo seguito e, spesso, partecipato ai flash mob, abbiamo da chiederci a che pro usare il nostro tempo?

La “rivoluzione ittica” (come da loro stessi definita) è finita nelle reti della realpolitik. Da punto di spinta per il cambiamento sono scesi a patti con le realtà che, da troppo tempo, assediano i palazzi del potere. Erano 6000 le sardine contro Salvini, ora le sardine prendono il largo verso lidi non specificati.

Attualmente, il loro è un orientamento “laico, ecologica solidale, di sinistra”, che unisce “approccio razionalista” e “cattolicesimo inclusivo ispirato alla figura di Papa Francesco”. Un posizionamento progressista che emerge in particolare “sui temi della legalità, dei rapporti con con gli altri Stati e con l’Europa, dello sviluppo sostenibile, dei nuovi modelli produttivi, delle strategie economiche, fiscali e del lavoro”. C’è da chiedersi dove sia la coerenza in tutte queste ricche proposte e, infatti, il popolo eterogeneo delle sardine ha subito la pressione della base sempre più scontenta della direzione intrapresa, qualunque essa sia stata.

Ci si aspettava il manifesto del movimento, ma questo, per via della pausa, non vedrà la luce per via delle possibili incomprensioni interne al movimento. Ammetto che sarebbe stato importante averlo per poter capire la linea politica che dovrebbe seguire questo movimento di puro attivismo, ma, almeno per la pausa, non avremo la possibilità di leggerlo. Verrà tenuto in qualche fascicolo e prenderà polvere.

In fondo, dovremmo chiederci a cosa sia servito tutto questo. Era un movimento che poteva creare una seria pressione alla politica italiana, poteva essere qualcosa di cui i cittadini tutti potevano avere bisogno: una seria piattaforma in cui incontrarsi e riuscire a coordinare i sentimenti di tanti italiani progressisti che non vanno più a votare, perché delusi dalla sequela di governi o, peggio, che hanno cambiato la loro area di voto verso partiti opposti al progressismo.

In ogni caso, domani alle 19, Mattia Santori spiegherà cosa voleva che facessero le sardine da grandi, eppure questa pausa lascia la sensazione, tenendo a mente Heidegger, di un qualcosa che poteva essere e non è riuscito ad essere.

Chissà se sentiremo parlare di nuovo delle Sardine o se questa “pausa” non diventerà qualcosa di somigliante ad una “lapide”.

Possiamo dire che è passata altra acqua sotto i ponti e che, nonostante promettessero mari e monti, la loro opera si è fermata ad un semplice quanto riduttivo anti-salvinismo. Questo non è contestare la politica, questo è un essere fini a sé stessi. Questa pausa non serviva, inutile è la scusa che vada a creare dei “frustrati sul web”, è una scusa troppo facile. Non erano queste le premesse, le persone sono frustrate perché le cose non vanno bene e serve una piattaforma dove potersi anche lamentare, i partiti tradizionali sono diventati autoreferenziali, sono collusi, sono assediati dalle lobby. Serviva un movimento dal basso ventre, non un’altra iniziativa intellettualoide.

Mi dispiace, care Sardine, avete toppato alla grande, non siete diversi da quelli che contestavate. E qui non voglio dare adito ai sospetti che siete diventati una costola del PD, ma vi comportate come tali.

Addio e grazie di tutto il pesce.


Aggiornamento del 30 Maggio

A quanto risulta alla fine hanno deciso di non prendersi una pausa.

Dopo una lunghissima spiegazione fatta nei giorni precedenti sull’intenzione di una pausa di riflessione, giovedì Matteo Sartori ha deciso di invertire la rotta che aveva intrapreso dicendo:

“E, invece, le sardine ci sono e non vedono l’ora di riprendersi il “proprio habitat naturale. Fuori, nonostante tutto, è primavera”

Quindi da che era diventato un addio ora possiamo dire con tranquillità :

Bentornati e grazie di tutto il pesce (certo potreste anche decidervi, stavo già pensando di fondare io stesso un movimento e poi fagli fare una “veloce pausa” non è che qua tutti hanno tempo di stare a seguire le vostre riflessioni).

Comunque ho ancora i dubbi su quale sia l’habitat naturale delle sardine.

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