Democrazia: viverla per capirla

Tempo di lettura: 4 minuti

Se vi fosse un popolo di dèi, esso si governerebbe democraticamente. Un governo così perfetto non conviene agli uomini.

Il Contratto Sociale, Libro III, Capitolo IV

La democrazia, il governo del popolo, il governo di tutti per tutti, il principio e la fine di ogni forma di governo.

Il punto di arrivo della nostra storia. E che storia.

Il punto di inizio di un’altra storia. Se ci arriveremo.

Quante volte abbiamo usato questa parola? Con i nostri genitori per salvarci da una punizione, con i nostri professori, sicuri che fossero piccoli e miseri tiranni, con gli amici e con i poliziotti. Una parola tanto presente nelle bocche di tutti eppure mai veramente vissuta, mai veramente sentita, mai veramente ripetuta.

Ci dice Rousseau:

Finché un Popolo è costretto a obbedire e obbedisce fa bene, appena può scuotere il giogo e lo scuote fa ancora meglio, giacché, recuperando la sua libertà per mezzo dello stesso diritto con cui gli è stata sottratta, o è autorizzato a riprendersela o nessuno lo era mai stato a togliergliela.”

Il Contratto Sociale

La democrazia non è un qualcosa che si ha per diritto. Se è vero che l’uomo nasce libero, è vero anche che ovunque è in catene (parafrasando sempre Rousseau). La democrazia va vissuta e va conquistata, la libertà non esiste solo per inerzia. Essere liberi è una cosa ben diversa dall’avere diritto alla tanto agognata libertà. Nessun uomo è veramente libero, se è assediato da potenti che lo schiacciano.

In fondo la stessa società esiste solo perché c’è un (o il) Contratto tra tutti noi: accettiamo ogni giorno le leggi che sono state poste, rispettiamo i tutori dell’ordine e gli altri nostri concittadini, non facciamo nulla se non vivere passivamente nel mondo sociale che ci è stato offerto credendo, in maniera semplicistica, che quando facciamo un commento sui social networks stiamo esprimendo la nostra libertà, che quando andiamo (o andavamo) a spendere presso un locale il fine settimana stavamo godendo del migliore dei mondi possibili, che il guardare una foto della modella su Instagram ci stia regalando un segreto peccato ed un’incontenibile verità.

Balle. Cazzate. Stronzate. Puttanate. Non Democrazia.

Pensate a tutte quelle volte che ci siamo lamentati del Governo (non questo, sarebbe scorretto vista l’apocalisse che stiamo passando, ma anche per questo verranno i conti da pagare) e poi non siamo andati a votare, agli attivisti che si sgolano per strada e che abbiamo semplicemente ignorato, al cambiamento che nessuno di noi si è davvero interessato ad avviare.

Questa non è democrazia.

Questa cosa, questo mostro, questa stortura ha un altro nome: letargo

La nostra democrazia non la viviamo più e non la curiamo, pretendiamo che i nostri problemi vengano risolti e poi non partecipiamo attivamente, non tutti, non come popolo, non come massa critica, mentre invece facciamo il gioco di chi la democrazia vuole che sia solo una forma, un’apparenza e, nel frattempo, ci fa dormire nel tranquillo sonno dei migliori mondi possibili.

Siamo nel paese più bello del mondo ma per i turisti, siamo nel paese più giusto se vuoi lavorare in nero, siamo in un paese che è una fogna perchè non sappiamo svegliarci da un incubo, perché non sappiamo cogliere gli inviti che l’Illuminismo ci dava 250 anni fa!

Non siate tanto ingenui da pensare che la storia non possa ripetersi, prima avevamo i nobili ora abbiamo i potenti, le caste e le classi, non state a guardare mentre le opportunità di questo paese se le prendono i soliti noti, ci stanno togliendo tutto eppure stiamo dormendo, ci stanno togliendo la speranza e stiamo sorridendo in modo ebete.

Il CoVid può averci portato via le nostre amate “libertà”, ma dovrebbe averci aperto gli occhi su tante cose, sul fatto che non contiamo niente, che, per chiedere i soldi allo Stato per questo fermo dobbiamo passare per le “caritatevoli” banche, ci hanno fottuti, ci stanno fottendo e non usano neanche la vaselina, non vogliono neanche accampare una scusa, fanno, decidono e noi soffriamo.

Ditemi allora, amici e compagni di viaggio, abbiamo fatto quanto hanno fatto in Francia con i gilet gialli? Siamo scesi in piazza contro le mafie, gli aumenti, la corruzione, l’abuso ed il sopruso? Li abbiamo per caso rovesciati questi “politici indefessi” che da 30 anni ci hanno portato ad ora? Voi pensate davvero che l’Europa sia la salvezza? Lo credete ancora? La stessa Europa che, nei suoi stessi Trattati vi dice in faccia:

Gli Stati membri e l’Unione, in base al presente titolo, si adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell’occupazione, e in particolare a favore della promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici [..]

Art. 145 Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea

Vi hanno detto in faccia precarietà, decorando la parola di bei sinonimi, avreste mai votato una costituzione con delle parole del genere? Sappiate che non è neache colpa vostra, perchè questi Trattati li hanno fatti passare per lo spiffero della porta (ops, volevo dire che li hanno approvati come accordi, senza fare uno straccio di referendum su normative che possono essere superiori alla stessa Costituzione Italiana) ma avreste mai votato un testo del genere? Ve lo hanno mai spiegato? Avete mai preteso una spiegazione?

Diceva sempre Rousseau:

Si vede anche che, dovendo la legge riunire in sé l’universalità della volontà e l’universalità dell’oggetto, ciò che un uomo, chiunque egli sia, comandi di testa sua non è una legge: e neppure quello che ordini il corpo sovrano su di un oggetto particolare è una legge, ma un decreto, non è infatti un atto di sovranità, ma di magistratura. Io chiamo dunque repubblica ogni Stato retto da leggi, qualunque sia la sua forma di amministrazione […] – […]Il popolo, soggetto alle leggi, deve esserne l’autore; solo a coloro che si associano spetta di regolare le condizioni della società […]

Il contratto sociale, Libro II, Capitolo VI

Noi popolo, soggetto alle “leggi”, ne siamo stati davvero gli autori? Siamo andati a lamentarci? Abbiamo protestato? Non lamentiamoci se abbiamo mafie, corruzione, chiese e potentati, non li abbiamo mai combattuti, ci abbiamo convissuto, ne abbiamo tratto i nostri piccoli vantaggi, ne godiamo e loro ne vivono. È inutile chiedere per loro pene più severe, noi non facciamo niente per fermare tutto questo, stiamo sprofondando, stiamo ancora cantando la ninna tra le braccia di Orfeo.

Io mi auguro davvero che non arriveremo al punto in cui ogni parvenza di struttura democratica verrà a crollare sotto i colpi di gente affamata e piena di rabbia, mi auguro davvero che la gente non inizi a prendere le molotov e a buttarle nelle sedi delle proprie banche. Ma se non scendiamo dalle nuvole e non ci diamo una mossa arriveremo al punto in cui non potremo fermare l’onda. Se non comiciamo di nuovo a viverla questa “democrazia”, questo “governo del popolo”, ne finiremo tutti schiacciati.

Volete davvero scoprire cosa potrebbe succedere? O volete vivere la democrazia?

Un saluto dall’ultima frontiera dell’umanità.

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