Dal 1947, nella giornata del 1˚ Maggio, viene celebrata ufficialmente in Italia la Festa del lavoro e dei lavoratori, per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa. Dopo 72 anni dalla sua entrata in vigore, la nostra Costituzione mantiene intatta tutta la giovinezza delle cose ben fatte e la speranza e l’impegno di un lavoro ancora da compiere, un lavoro che noi, giovani generazioni, dobbiamo compiere.
All’art. 34 si afferma, infatti, che:
I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi
E se non hanno mezzi?
Nella nostra Costituzione c’è, allora, un articolo, il più importante ed impegnativo, soprattutto per noi giovani che abbiamo l’avvenire davanti, che dice:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese
Rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi, dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro
corrisponderà alla realtà.
Fino a che non c’è possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà dire fondata sul lavoro, ma non si potrà considerare neanche democratica, perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, ma solo un’uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, in cui non tutti i cittadini sono messi in grado veramente di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo al progresso continuo di tutta la società.
L’attualità della Costituzione trova fondamento nel fatto che essa non è una Costituzione immobile, ma è una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire, una Costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione sociale.
Non è, però, una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé.
Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Come diceva Emily Dickinson:
Un’ Azione bussa prima al Pensiero
E poi – bussa alla Volontà
È questo il punto in cui si fabbrica
E se la Volontà è a Casa e in salute
Allora un Atto viene fuori
O resta seppellito così silente
Che solo all’orecchio di Dio
La sua condanna è udibile
Emily Dickinson, Un’Azione bussa prima al Pensiero (1872-1873)
La Costituzione è, infatti, affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune.
È la carta della nostra libertà; è, per ciascuno di noi, la carta della propria dignità di uomo. Noi giovani dobbiamo, quindi, dare alla Costituzione il nostro spirito, la nostra gioventù, farla vivere, sentirla come nostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica; dobbiamo renderci conto che ognuno di noi non è solo nel mondo, è parte di un tutto, dell’Italia e del mondo.